domenica 7 aprile 2013

La ricostruzione dell' Aquila è una questione nazionale

Notte di preghiera all' Aquila in ricordo delle vittime e del tragico sisma del 6 Aprile del 2009. A dare inzio alle celebrazioni, la fiaccolata alla quale hanno partecipato in dodici mila.  Questa mattina è arrivato anche Pietro Grasso. Il presidente del Senato, subito dopo il minuto di silenzio davanti alla Casa dello studente dove morirono otto ragazzi, ha dichiarato : "La ricostruzione dell' Aquila è una questione nazionale. E' un impegno imprescindibile per noi". 

"Enti locali e Stato hanno dato ora continuità agli strumenti per ripartire con la ricostruzione - ha proseguito Grasso - Ora i soldi ci sono, bisogna scaglionarli con un piano organico. Sia il sindaco Cialente e il ministro Barca mi hanno rassicurato con una prospettiva di ricostruzione tra cinque e otto anni". "Ma è ovvio - conclude - che la ricostruzione dell'Aquila è una questione che riguarda tutto il Paese". 

L' Aquila
"Lo Stato non può non ricostruire questa città", ha affermato il ministro per la coesione territoriale Barca durante la fiaccolata. "Questo è l'anniversario più brutto perchè‚ si è persa la speranza ", ha detto il sindaco Massimo Cialente.

Molto toccante anche la celebrazione che si è svolta nella chiesa delle Anime Sante e la lettura dei nomi delle vittime. Unico particolare che non è passato inosservato di certo agli aquilani, l'assenza dei politici e degli amministratori. 

Il centro storico dell' Aquila è ancora segnato dalle ferite del sisma. Chi vive la quotidianità parla di un silenzio tombale, i ragazzi non hanno un posto dove incontrarsi, i cittadini  ormai hanno perso la speranza. E' difficile rimanere all' Aquila anche per coloro che non sono residenti ma che lavorano in questa città poichè non c'è nessuna casa, monolocale da affittare. 

In Italia, come del resto in questa città, i cittadini, non vogliono più politici che fanno spettacoli da baraccone. Nessuno può capire il dolore degli aquilani se non gli aquilani stessi. E' ora che lo Stato si impegni a ricostruire questa città, con i dovuti controlli, poichè le case, il centro storico, devono tornare all'antico splendore.

Il 6 aprile del 2009 la terra trema. Alle 3.32 un sisma di magnitudo 6.3 colpisce il capoluogo abruzzese e 56 comuni provocando 309 morti e circa 1600 feriti, lasciando senza casa 67mila persone. Secondo le stime occorrono altri 10 anni (e 10 miliardi di euro) per ricostruire. E in città sono tornati solo 45mila cittadini. A distanza di quattro anni la ricostruzione stenta a decollare. Qualcosa è stato fatto ma è solo un punto bianco in un universo di punti neri ed oscuri.

La ricostruzione dell' Aquila è una questione nazionale.

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