domenica 6 luglio 2014

Molise, Papa Francesco ai giovani “Abbiate coraggio, aspirate alla felicità... la vita non è stata fatta per girarla, ma per camminarla”.

Papa Francesco non finisce mai di stupire
Dopo 19 anni un Papa torna a visitare il Molise. Giovanni Paolo II fu l'ultimo pontefice che si recò in questa piccola regione di 300 mila abitanti . 200 mila sono le persone che hanno accolto il Santo Padre a Campobasso, Castelpetroso ed Isernia.  

Stamattina nell' Angelus domenicale, Papa Francesco ha salutato e ringraziato i molisani per averlo accolto calorosamente ma soprattutto con il cuore nella loro terra.
Facciamo un passo indietro. I molisani hanno atteso il Santo Padre come un padre, un fratello, un amico. Un dono che non speravano di ricevere ma Francesco ha stupito tutti e ha scelto il Molise, una terra ospitale, calda, umile e generosa.

Il Pontefice è arrivato a Campobasso a bordo del suo elicottero, sul piazzale dell’Università del Molise dove Bergoglio fa la sua prima tappa. Ad attenderlo l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, dal presidente della regione Paolo Di Laura Frattura e dal sindaco della città, Antonio Battista.A prendere la parola per primo all'arrivo di papa Francesco all'Università del Molise Don Pasquale D'Elia della Cappellania Universitaria: "Siamo in 600 nell'Aula Magna e 1.000 qui fuori, questo è il primo benvenuto che il Molise Le rivolge".

Nel suo discorso all'Università del Molise incontrando il mondo del lavoro e dell'industria ha affermato : "Si tratta di conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia" e ha continuato dicendo: "La domenica libera dal lavoro - eccettuati i servizi necessari - sta ad affermare che la priorità non è all'economico, ma all'umano". ha anche detto papa Francesco durante l'incontro col mondo del lavoro. "Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà".
"Oggi vorrei unire la mia voce a quella di tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio nel chiedere che possa attuarsi anche qui un 'patto per il lavoro'" ha aggiunto Francesco.
"Non avere lavoro non è solo non avere il necessario per vivere: no, noi possiamo mangiare tutti i giorni, andare alla Caritas o altre associazioni. Il problema è non portare il pane a casa, questo toglie la dignità", ha proseguito il Papa. "Il problema più grave non è la fame, è la dignità: dobbiamo difenderla e la dà il lavoro".
"Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato"  ha sottolineato papa Francesco. "Io vedo l'America, che è la mia patria, tante foreste spogliate, che diventano terra che non si può coltivare, che non può dare vita".
"Per un contadino restare sulla terra non è rimanere fisso: è un dialogo fecondo, creativo" ha sottolineato Francesco. "Il dialogo di un uomo con la sua terra la fa fiorire, la rende feconda. E questo è importante".
"Se non cerchiamo di rompere gli schemi non andremo avanti. Bisogna essere creativi sul futuro" Francesco, nel suo discorso, ha sottolineato anche "l'importanza della ricerca e della formazione anche per rispondere alle nuove complesse domande che l'attuale crisi economica pone, sul piano locale, nazionale e internazionale".
La disoccupazione è "una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti", ha "tuonato" il Papa nella messa a Campobasso. "Quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario".
"Il Signore ci libera da ambizioni e rivalità, che minano l'unità e la comunione. Ci libera dalla sfiducia, dalla tristezza, dalla paura, dal vuoto interiore, dall'isolamento, dai rimpianti, dalle lamentele". "Anche nelle nostre comunità infatti non mancano atteggiamenti negativi, che rendono le persone autoreferenziali, preoccupate più di difendersi che di donarsi. Ma Cristo ci libera da questo grigiore esistenziale".
Il Santo Padre,  ha pranzato intorno alle 13:00 con i poveri assistiti dalla Caritas nella mensa 'Casa degli angeli', allestita per l' occasione nell'asilo di via Monte San Gabriele, in un quartiere popolare della città.  Cinquanta ospiti assistiti dalla Caritas hanno pranzato insieme a Papa Francesco nella "Casa degli Angeli". Il menu era il seguente: Fettuccine ai funghi, Cavatelli, Caponata, Pollo e Patate al forno. Per concludere, crostata al limone, frutta di stagione e Mate, il tè argentino che Papa Francesco gradisce sempre molto.
“Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide. Non accontentatevi di piccole mete. Aspirate alla felicità, abbiate il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù”, dice Francesco ai giovani.
Un giovane – afferma il Pontefice – “non può stare fermo”, ma, ha sottolineato il Papa “uno può non essere fermo ma essere un camminante, uno gira gira… Ma la vita non è stata fatta per girarla, ma per camminarla”. È “triste” se uno guarda “il cammino” compiuto e vede un cammino “fatto a pezzi diversi, senza unità, senza definitività, tutto provvisorio”.


E  ai detenuti a Isernia Francesco ribadisce: “Quando l’acqua sta ferma marcisce, ma camminare, fare un passo ogni giorno, con l’aiuto del Signore”, ha detto ribadendo che Dio “non si stanca mai di perdonare” e ricordando che la sfida per i carcerati è la speranza del reinserimento.
E in serata il Papa in un messaggio inviato al vescovo di Agrigento, mons.Francesco Montenegro, a un anno dalla sua visita a Lampedusa, scrive: “Mi reco ancora una volta spiritualmente al largo del mare Mediterraneo per piangere con quanti sono nel dolore e per gettare i fiori della preghiera per le donne, gli uomini e i bambini che sono vittime di un dramma senza fine”.  La situazione si è aggravata e il Papa chiede alle istituzioni, soprattutto all’ Europa, più coraggio e generosità.

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