mercoledì 28 novembre 2012

Benedetto XVI approda su Twitter

Ratzinger  ha parlato da sempre dell'importanza di internet ed  invitava proprio i giovani a farsi interpeti della sfida della nuova evangelizzazione, da portare avanti anzitutto sul Web e sui nuovi media; così Lui stesso ha deciso di accogliere la sfida dei social network ed in particolare di quello tra i più popolari al momento, Twitter.

L' account di Benedetto XVI sarà presentato ufficialmente il 3 dicembre, in sala stampa vaticana dai responsabili della comunicazione della Santa sede, mons. Claudio Maria Celli, presidente del pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali e dal sottosegretario Paul Tighe, dal direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, dal direttore dell’Osservatore romano, Gian Maria Vian, e dal media advisor Greg Burke.; precisando che l'account sarà poi attivo nei giorni seguenti.

Benedetto XVI forse non digiterà in prima persona i tweet anche perchè non ha mai avuto un rapporto idilliaco con il pc, sarà senz' altro aiutato nella gestione dell' account; ovviamente i " cinguettii" saranno visionati da Lui  prima di essere messi in rete.

Twitter oltre ad essere amato da vip e gente comune è assai gradito in tutto il mondo da cardinali e vescovi. Molto attivo e presente sul popolare social network è anche il presidente del pontificio consiglio della Cultura il cardinale Gianfranco Ravasi che  twitta versetti della Bibbia in italiano e in latino, lingua ufficiale del Vaticano che il Papa vuole rilanciare.

Non ci resta che aspettare il 3 dicembre per ascoltare il primo "cinguettio" di Ratzinger che sarà senz'altro breve e profondo infatti  nel messaggio per la 46ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, Benedetto XVI rilevava come «nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità».



martedì 27 novembre 2012

La Fiat punta al mercato Californiano.

L'inedita versione della Fiat 500 elettrica farà il suo esordio  in California il 30 novembre al Los Angeles Auto Show mentre verrà presentata alla stampa il 28 del c.m. 

Quello che colpisce è il suo colore, infatti è verniciata in un originale colore arancio opaco; la 500e sarà proposta anche in variante Cabrio e si distinguerà dai modelli con motore termico per la grigliatura anteriore destinata al raffreddamento dell'unità elettrica e per l'assenza nella plancia di una vera e propria leva del cambio, sostituita da quattro pulsanti; è dotata di motore elettrico da 100 Cv alimentato con batterie agli ioni di litio. 

 La Casa torinese   punta al mercato statunitense e californiano poichè , in quest' ultimo , l’utilizzo di auto 100%  elettriche e ibride plug in è già tangibile.


 Marchionne, ci sembra di capire, non crede affatto  nell' elettrico  infatti la Fiat un mese fa al Salone di Parigi affermò  -  “questa è una tecnologia che il mercato americano incoraggia e finanzia in maniera sostanziosa”, ma che Fiat addirittura “perderà 14 mila dollari per ogni vettura venduta. Abbiamo dovuto comunque produrre un modello elettrico per una serie di obiettivi: primo, addestrare l'organizzazione a gestire questa tecnologia; secondo, per soddisfare obbligi imposti dallo stato della California”. 


La prima city car italiana,  interamente elettrica e che in ogni versione ha venduto molto, sbarca in California, successivamente farà capolino anche in Europa.

La 550e   nasce  in risposta alle richieste delle future normative americane che prevedono zero emissioni dal 2014. Obama  si è proposto di avere 1 milione di auto ricaricabili sulle strade entro il 2015.

Noi non possiamo che augurare alla Casa torinese di bissare e di triplicare il successo ottenuto con questa piccola city car . 

Il prezzo? E'  ancora top secret , lo scopriremo solo in fase di lancio.

lunedì 26 novembre 2012

Caro Babbo Monti



Alcuni mesi fa , forse pochissimi di voi lo sanno in tutti i Comuni d’Italia era possibile firmare per un Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari.
“In un momento di grande crisi qual è quello che stiamo vivendo  spiegò Vito Pucci, portavoce di "Unione Popolare"  i cittadini hanno saputo stringere la cinghia mentre i politici, che invece avrebbero dovuto dare l’esempio, non l’hanno voluto fare. 

In merito ai dati Istat che ho pubblicato nel precedente articolo  e che tra l'altro sono preoccupanti poichè segnalano che l'economia italiana è in una fase di stallo e la disoccupazione tra i giovani è allarmante mi sono chiesta cosa avrei potuto fare. Molto semplice ! Una letterina di Natale al Caro Babbo Monti.

Caro Babbo Monti,
io credo anzi sono sicura di parlare a nome degli italiani.
Noi vorremmo che i benefit venissero tolti subito e non tra dieci anni.
L'ufficio di presidenza di Montecitorio  votò per "ridurre" a dieci anni i benefit (auto blu, uffici, ...) agli ex presidenti della Camera dei deputati. Dieci anni a partire dal termine dell'incarico
I benefit dunque non vengon tolti  agli ex presidenti della camera immediatamente ; una legge del 2011 salva ulteriormente chi, dopo la scadenza dell'incarico, è rimasto deputato nelle ultime due legislature.

  
"La delibera prevede infatti che le attribuzioni siano valide per dieci anni a partire dalla prossima legislatura se gli ex presidenti hanno continuato ad esercitare il mandato parlamentare nella XVI legislatura (quella in corso, come Casini) o nella XV (quella scorsa, come Bertinotti e Violante). Cioè usufruiranno di altri dieci anni di benefit a partire dal 2013". (Il Fatto Quotidiano)

Ad onor del vero questi ultimi rinunciarono ai benefit.

Io vorrei che nel duemila tredici  i politici italiani andassero a lavorare con le proprie autovetture come fanno i comuni cittadini, che in ogni regione non ci siano un numero spropositato di auto blu ma semplicemente due per le uscite ufficiali.
Vorrei oltretutto che i politici italiani come nel resto d' Europa non godano di privilegi  ( Tassi superprivilegiati,   non pagano l'autostrada, viaggiano gratis su treni, traghetti e aerei, il loro "stipendio" è di  20 mila € lordi al mese , ed inoltre prendono 1300€  per trasferimenti casa - aereoporto - Montecitorio).

Bisognerebbe pensarla come Sandro Gozi, ex funzionario della Commissione Ue con Prodi  che disse   «bisognerebbe applicare in toto il regolamento del Parlamento europeo: assunzioni dei collaboratori fatte dalle Camere, rimborsi spese dietro presentazione dei giustificativi, parte dell’indennità legata alle presenze in commissione» .

Caro Babbo Monti,
io sotto l'albero di Natale vorrei questo come regalo , non perchè non mi piaccia il tuo modo di "fare politica" ma soltanto perchè  gli italiani con reddito sono in ginocchio, quelli senza sono alla frutta e voi politici non mi spiego perchè siete ancora in piedi.


Giustizia non è dare a tutti le stesse cose, Giustizia è dare ad ognuno ciò che è a lui necessario (L. Kolberg)


   

venerdì 23 novembre 2012

Il modello politico degli ultimi decenni: il pagliaccio.



I politici sono  troppo occupati a ridicolizzarsi e a insultarsi che davvero non possono occuparsi delle problematiche degli italiani e magari leggere i dati Istat. L' ordine del giorno: mai schiodarsi dalla  loro poltrona.


Questi ultimi non rivelano nulla di buono, il tasso di disoccupazione è aumentato. Il numero dei disoccupati, pari a 2.774 mila, aumenta del 2,3% rispetto ad agosto (62 mila unità). Il tasso di disoccupazione è pari al 10,8%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto e di 2,0 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila e rappresentano il 10,1% della popolazione in questa fascia d'età.

I dati più recenti confermano il rallentamento del ciclo internazionale. In Italia, l'incertezza che segna l'attuale fase ciclica e la capacità produttiva inutilizzata costituiscono un fattore di freno alle decisioni di investimento delle imprese, sulle quali pesano anche le difficoltà incontrate nell’accesso al credito bancario, soprattutto per quelle di piccola e media dimensione.

Secondo l’Istat un italiano su quattro è a rischio di povertà e  otto milioni di cittadini vivono già in una condizione di indigenza. I giovani sono un altro punto debole della catena. Sono sempre più ai margini. Alla fine dello scorso anno un dossier della Caritas e della Fondazione Zancan segnalava che in soli cinque anni, tra il 2005 e il 2010, il numero di giovani che si rivolgono ai Centri di ascolto per i poveri è aumentato del  59,6%. Tra di loro il 76,1% (era il 70% nel 2005) non studia né lavora. (tg24)

“Ventotto milioni di persone vivono la crisi”, ha dichiarato il ministro per lo sviluppo Corrado Passera.  L’Istat afferma che, l’Italia torna indietro di decenni quanto a redditi e risparmi. Ma la spesa sociale a sostegno di disoccupati e famiglie a rischio indigenza, ha fatto notare il presidente della Bce  Mario Draghi, è su livelli, in rapporto al Pil, “pari a meno della metà rispetto a quelli europei”..

I pensionati poveri, tra l’altro sono 2,3 milioni (dati 2010)  cioè il 29,8% di quelli che percepiscono un assegno sotto i 915,52 euro. Un numero che è cresciuto ancora di più.
Sono 8,2 milioni (il 13,8% della popolazione) gli italiani in situazione di povertà, è l’allarme lanciato dalla Caritas. Mentre l'Istat afferma che il 24,5% delle persone residenti nel nostro Paese (14,7 milioni) è a “rischio di povertà e di esclusione sociale”. E il 6,9% è in una condizione di “grave deprivazione materiale” (sulla base di criteri come quello di non poter far fronte a spese impreviste o non essere in grado di pagare le bollette o di mangiare carne o pesce almeno una volta ogni due giorni).
Avendo questa visione d’insieme mi sembra chiaro che bisognerebbe ridurre la pressione fiscale, ridurre le tasse, incentivare l’occupazione e iniziare a sviluppare un piano industriale a livello nazionale e regionale, occuparsi delle politiche giovanili e soprattutto delle politiche sociali.   Non è un’ utopia, questa è la realtà. Lo Stato deve attuare la politica del buon padre di famiglia;  Kolberg diceva :  “Giustizia non è dare a tutti le stesse cose, Giustizia è dare ad ognuno ciò che è a lui necessario ”.  La Giustizia sociale: è l'esigenza di sopprimere la miseria, la disuguaglianza, lo sfruttamento, l'oppressione dei lavoratori o della povera gente tramite un programma politico di attuazione di riforme particolari dell'economia e in generale della società.
La colpa non è di Monti . No, di certo. A mio avviso sta facendo un ottimo lavoro sul fronte delle legalità, sulla sua capacità di dare un tono e un contegno a questa politica che fino a qualche ora prima del suo insediamento ha fatto ridere il mondo intero. I nostri politici si sono dimostrati dei pagliacci, non me ne vogliano, è la realtà dei fatti. Ognuno pensava ai suoi porci comodi. Fiorito è stato sono il primo, a mio avviso, di una lunga serie.  Monti e i politici italiani potrebbero fare molto altro. Da questa crisi di sicuro non si esce senza idee. Gli italiani pensano che debba tornare Berlusconi  a guidare questa carcassa di nazione; ma davvero pensate che quest’ultimo sia il nostro Salvatore ?